GESTIONE RESPONSABILE DELLA CATENA PRODUTTIVA E DEI FORNITORI
Ogni prodotto immesso sul mercato deve essere un prodotto sicuro.
Il Capitolato prende in considerazione tre principali tipologie di rischio - chimico, meccanico e fisico - declinate in più rischi specifici e riferite a due classi di applicazione:
Come è facile immaginare, all’interno delle due classi la declinazione delle tre tipologie di rischio avviene in modo diverso in funzione delle peculiari esigenze di protezione prese in considerazione.
Nella gestione dei rischi, inoltre, si specifica quali tra i relativi obblighi sono dettati da normative cogenti e quali sono invece regolamentati, in termini più severi, a livello volontario.
I criteri di valutazione dei singoli rischi si basano sulla reale probabilità di sinistro in correlazione ai diversi materiali usati. Tessili, ovviamente, ma anche pelle e materiali plastici e metallici.
Un argomento critico al quale prestare attenzione.
Si tratta della possibilità prevedibile che, nelle condizioni normali di utilizzo e di manutenzione, si verifichi un pericolo per l’utilizzatore finale. Il rischio può palesarsi tramite esposizione dovuta al contatto con la cute o le mucose, a inalazione oppure a ingestione a causa di una determinata sostanza chimica o dell’insieme di più sostanze chimiche, oppure di una loro combinazione, contenute nel prodotto tessile o nelle sue appendici.
Il rischio connesso a una sostanza dipende sia dalle sue proprietà intrinseche che dall’intensità dell’esposizione. L’utilizzo di sostanze chimiche nella produzione può comportare la gestione di sostanze dannose per l’uomo e per l’ambiente.
Recentemente si è tentato di imboccare una strada diversa, considerando la chimica una scienza impegnata su percorsi di sostenibilità che comprendono la selezione di sostanze chimiche relativamente sicure, la regolamentazione della produzione dell’applicazione, la progettazione di nuovi prodotti e nuovi processi eco-compatibili. L’Europa è impegnata in questo difficile percorso e il Regolamento REACH, pur non risolvendo la totalità dei problemi, è uno strumento che se applicato correttamente, revisionato e modificato ove necessario, va nella direzione giusta.
Il rischio legato alla presenza nell’abbigliamento di sostanze tossiche, allergizzanti, cancerogene, mutagene o in grado di interferire sull’equilibrio ormonale, vale in genere sia per i bambini che per gli adulti. Nel caso dei bambini il rischio è tuttavia nettamente aggravato dalle possibili ripercussioni su sviluppo e crescita e dal fatto che il bambino può assorbire le sostanze incriminate con facilità in misura rilevante attraverso la mucosa orale.
Un pericolo per l’integrità fisica dell’utilizzatore.
Per rischio meccanico si intende la possibilità prevedibile che durante le normali condizioni di utilizzo dell’articolo o di parti di esso si raggiunga un livello di pericolo per l’integrità fisica dell’utilizzatore, ad esempio per intrappolamento, punture o lacerazioni, soffocamento, aspirazione o ingestione di piccole componenti.
Le problematiche connesse ai rischi meccanici e le relative regolamentazioni a livello europeo ed extraeuropeo sono di fatto circoscritte all’abbigliamento per bambini. È una posizione coerente con il fatto che la probabilità di tale rischio per un adulto e per l’abbigliamento tradizionale sia davvero minima.
Per i bambini il problema nasce principalmente dalla presenza di parti staccabili (bottoni, ma anche pailettes o elementi decorativi) che possono causare soffocamento se inalate o ingerite e di cordoncini e laccetti che possono causare strangolamento o danni a seguito di intrappolamento.
Il rapporto tra tessile e fuoco.
Tutti i materiali tessili (con rare eccezioni) sono infiammabili, sebbene brucino con modalità differenti a seconda delle condizioni in cui si trovano e delle loro caratteristiche chimiche (natura chimica delle fibre costituenti) e fisiche (rapporto massa/superficie, presenza o meno di fibre che sporgono dalla superficie, etc.).
Su questa base è facile comprendere come il rapporto tra tessile e fuoco sia da sempre oggetto di interesse, sia a livello di ricerca e sviluppo tecnologico che a livello produttivo. Ciò nonostante solo in alcuni paesi europei (Gran Bretagna e Svezia ad esempio) esistono normative cogenti per prodotti destinati all’utilizzo in ambito privato. Non è così altrove, negli USA in particolare, dove l’attenzione alla sicurezza del consumatore è molto elevata.
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